Stretta europea contro big tech: Microsoft e Apple contro l’UE, si preparano a dare battaglia in vista della piena entrata in vigore del Digital Markets Act EPA

Che Apple e Microsoft appartengano ai giganti digitali sui quali l’Ue sta cercando di intervenire col Digital Markets Act (DMA), non c’è alcun dubbio. La prima è la società con la più alta capitalizzazione di mercato al mondo, con un valore che oscilla attorno ai 3 trilioni di dollari. La seconda segue a ruota. Parametri finanziari molto chiari, insomma: per entrare nel faro del DMA basta una market cap da 75 miliardi. Ma anche i loro servizi (rispettivamente iMessage di Apple e Bing d Microsoft) dovranno fare i conti con le nuove norme imposte da Bruxelles? Qui la risposta sembra meno scontata, e ha già aperto un fronte caldissimo fra le due big company e il regolatore Ue. Il motivo è presto detto: iMessage e Bing sono servizi tutt’altro che dominanti nei loro rispettivi settori e potrebbero non arrivare a quei 45 milioni di utenti attivi in Ue che fanno scattare le regole del DMA.

Che cos’è iMessage ?

iMessage di Apple è una piattaforma che consente lo scambio di messaggi (testo, audio, video, immagini ecc.) fra utenti iPhone. Una sorta di WhatsApp che chi compra un iPhone si trova di serie sul suo dispositivo. Apple non ha mai rilasciato numeri ufficiali relativi all’uso di iMessage, ma in considerazione del fatto che si tratta di un servizio disponibile per chiunque possieda un iPhone, potenzialmente ha almeno un miliardo di utenti (1,3 miliardi secondo le ultime stime). La differenza sostanziale con WhatsApp, in questo caso, è tutta sull’utilizzo: al di là del fatto che iMessage sia un’app di default (che dunque fa grandi numeri senza un download degli utenti, ndr), l’uso quotidiano della piattaforma non sembra poter competere con WhatsApp. E la ragione è spiegata dal fatto che iMessage è associata ai vecchi Sms, piattaforma ormai in disuso, e risulta operativa solo se i due utenti che comunicano hanno entrambi un iPhone.

Che cos’è iMessage ?

Bing è invece il motore di ricerca di Microsoft. Si è preso le prime pagine dei giornali tecnologici, in questo 2023, perché è proprio su Bing che il colosso di Redmond sta cercando di riversare la potenza di ChatGPT, integrando il chatbot sviluppato da OpenAI nel motore, che adesso è in grado di fornire non solo i risultati della ricerca, ma anche risposte intelligenti alle domande degli utenti. Secondo le più recenti stime, la penetrazione di Bing nel mercato dei motori di ricerca è di circa il 3%, e non disturba il dominio di Google.

Microsoft e Apple contro l’UE:

Con iMessage che non può competere con WhatsApp e Bing che non scalfisce la leadeship di Google, Apple e Microsoft sono pronte a dar battaglia all’Ue per le scure previste dal Digital Markets Act. Apple, secondo quanto raccolto dal Financial Times, sostiene che iMessage non abbia raggiunto la soglia di numero di utenti alla quale si applicano le regole (45 milioni) e quindi non dovrebbe rispettare gli obblighi che includono l’apertura del servizio ad app rivali come WhatsApp. Situazione simile per Bing, che vorrebbe fosse riconosciuto il dominio di Google nei motori di ricerca. Se coperto dalle nuove regole, Bing dovrebbe offrire agli utenti la scelta di altri motori di ricerca, incluso quello di Google. Una situazione che potrebbe finire per dare una mano a Google ad aumentare la sua quota di mercato. Allo stato attuale, a Bruxelles stanno ancora riflettendo sull’inclusione di iMessage e Bing nella lista finale delle piattaforme soggette al Digital Markets Act.

Come si procede?

Proprio nelle ultime ore, il commissario europeo, Thierry Breton, ha scritto sui social che «Domani designeremo ufficialmente il primo elenco di gatekeeper nell’Ue». Per breton «Il Digital Markets Act (Dma) frenerà il potere economico dei gatekeeper» perché «impone chiari obblighi iniziali ai guardiani per promuovere l’innovazione, la competitività e la Stretta europea contro big tech. I colossi tecnologici americani si preparano a dare battaglia in vista della piena entrata in vigore del Digital Markets Act EPA resilienza del mercato unico. Le piattaforme gatekeeper dovranno finalmente adattare le proprie tecnologie e modelli di business per rispettare gli obblighi del DMA».

Questo, secondo Breton, «darà più scelta ai consumatori. Creerà nuove opportunità per le piccole aziende tecnologiche innovative , grazie ad esempio all’interoperabilità, al sideloading, alla portabilità dei dati in tempo reale e all’equità». Non è escluso, comunque, che la Commissione possa aprire un’indagine ad hoc per determinare se Bing e iMessage debbano far fronte ai nuovi obblighi che stanno entrando in vigore. Tutto si deciderà a breve. Anche perché, come detto, le nuove norme diventeranno pienamente applicabili a partire dalla prossima primavera.
E la Commissione si sta già preparando per le sfide legali davanti ai tribunali europei di Lussemburgo riguardo alle sue decisioni. In gioco ci sono leadership consolidate e mercati miliardari .