Nasce il nuovo istituto sullo studio dei big data e dell’intelligenza artificiale per la gestione dell’habitat umano, presentata a Bologna il 12 giugno e proposta dall’Unu, in organizzazione con altri esperti provenienti da tutto il mondo, per confrontarsi sugli obiettivi e priorità della nuova accademia .


Il rettore dell’UNU Tshilidzi Marwala dice: «sfrutterà l’uso di tecnologie digitali all’avanguardia per aiutare a risolvere le pressanti sfide globali e promuovere una maggiore collaborazione internazionale».

L’ateneo sarà ospitato nel territorio bolognese, nei 120mila metri quadrati dell’ex Manifattura Tabacchi dove è in costruzione una nuova palazzina che ospiterà aule e laboratori dell’istituto Unu, grazie a un finanziamento di 40 milioni di dollari del Maeci, cui si sommano 6 milioni di euro stanziati dalla
Regione Emilia-Romagna per l’infrastruttura e altri 5 milioni per il triennio 2023-2025.

E’ stata scelta Bologna come città ospitante perchè «il fiorente ecosistema di innovazione della regione, l’accesso a ricercatori illustri, strutture di supercalcolo e infrastrutture cloud offrono un ambiente ideale per il funzionamento dell”istituto, sinergie dinamiche con le istituzioni locali i partner del settore e la comunità amplificheranno l’impatto e l’influenza dell’Istituto».

Il Rettore Giovanni Molari afferma: “La presenza a Bologna del nuovo Istituto dell’Università delle Nazioni Unite, focalizzato sul rapporto tra i big data e le grandi sfide sociali ed ambientali che caratterizzano questo periodo storico, sarà un’occasione unica di crescita per tutto il sistema italiano della ricerca, ampliando ulteriormente la naturale vocazione internazionale del nostro territorio. Ringrazio per questo il Presidente Bonaccini, il Ministro Tajani e la Ministra Bernini, e con loro i precedenti Ministri, per aver costruito un progetto caratterizzato fin dall’inizio da una forte collaborazione inter-istituzionale. Insieme alle altre Università ed Enti di ricerca della Regione saremo lieti di costruire, con il tramite dell’istituto, nuove opportunità di ricerca e di collaborazioni interdisciplinari, prestando particolare attenzione all’inclusione e al coinvolgimento dei paesi del Global South”.

Il ruolo della facoltà

Il nuovo Istituto UNU, che avrà come partner istituzionale l’Università di Bologna e opererà nel contesto accademico che comprende tutti gli Atenei con sede in Emilia-Romagna – l’Università di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Parma, Cattolica di Piacenza e Politecnico di Milano – potrà anche contare sul sostegno del Centro per la Conservazione del Patrimonio Sostenibile (SHeC) dell’Università per Stranieri di Perugia e della Rete delle Cattedre Unesco del Mediterraneo.

Obiettivi del corso:

Le attività accademiche dovrebbero partire entro la metà del 2024 e formeranno talenti internazionali in grado di sfruttare big data, intelligenza artificiale e la capacità di calcolo di Leonardo per studiare i cambiamenti dell’habitat umano indotti dall cambiamento climatico e, con un’attenzione specifica ai complessi problemi del Sud del pianeta e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali.